#PiccoleStoriediAmore

Dovevo andare agli uffici dell’ASL, stamattina, per delle pratiche per il Laboratorio. Ho scelto una strada più lunga, per fermarmi un attimo a guardare il mare, a respirarlo, assaporarlo. Era mattino, c’era un’aria abbastanza fredda, pungente, ma il cielo era terso, limpido, trasparente mentre il mare, invece, era di un colore verde piuttosto che azzurro. Effetto delle mareggiate dei giorni scorsi, e delle fortissime raffiche di vento, il mare era ancora in fermento e le maree lunghissime che si frantumavano sugli scogli erano ancora cariche di modesta energia e quindi il fondo sabbioso e piceo per le passate eruzioni vulcaniche, era in tumulto. Mi sono poi avvicinato alla riva e le spume che si infrangevano sugli scogli, mi portavano sulle labbra il mare, minuscole particelle d’acqua salmastra. Mi son assaporato le labbra, come se stessi mangiando qualcosa e ho sentito il sapore salato, minuscoli cristalli di sale, piccoli pezzetti d’oceano sulle mie labbra. E poi il vento tra i capelli, l’odore salmastro, il profumo dei pini marittimi a picco sulla costiera. Era provare sensazioni simili a quando t’incontri con l’amata, aspetti lì a guardare i minuti, e tutti quegli attimi vissuti prima dell’incontro, sono densi di battiti fortissimi e intensi, di respiri profondi, di ricordi incancellabili, il tempo si ferma mentre t’immagini la scena che vorresti accadesse tra qualche istante. Ed ero così oggi al mare, prima di arrivare al mio solito belvedere dove spiccano il volo i miei desideri, i miei sogni, i miei battiti fortissimi. Ho ricordato com’è bello sentirisi scoppiare dentro un cuore ancora denso di passione. Ed ogni volta che vedo il Vesuvio affacciarsi maestoso sul mare, irrompe sulla monotonia degli spazi infiniti e dell’incontro tra cielo e mare e quel posto diventa legittimamente suo, gli appartiene. Accade agli amanti dove nessuno dei due può vivere più l’una senza l’altro, allo stesso modo di come non può vivere qualsiasi Cuore senza esser pieno d’Amore.

Giuseppe La Mura nov 2022
testo: copyright legge 22 Aprile 1941 n°633
photo: Giuseppe La Mura

Danza il Tempo,

Come il mare quando accarezzato sulle onde,

 Andirivieni incessante,

Son le spighe accarezzate dal vento. 

E tra Canti, suoni,

Anche il silenzio sta in attesa,

Nelle clessidre vuote,

Aspettando,

Nel capovolgimenti del suo tempo,

Le parole e i perchè che ha da raccontare.

Questo autunno inoltrato,

Mi porta agli orari affissi,

Alle stazioni affollate,

Al sottofondo dei treni in transito,

Alle pensiline affollate di passanti,

Mentre io,

Nel mezzo di questo brulicare incessante di persone,

Aspetto il mio tempo,

Col biglietto tra le mani,

Su un binario ancora vuoto.

Eppure sento il Cuore pieno,

Qualcosa che nel suo ritardo,

Sento sta per arrivare.

Giuseppe La Mura nov 2022
testo: copyright legge 22 Aprile 1941 n°633
photo: Giuseppe La Mura

Guardo fuori,

Tanta luce,

Mi acceca l’Anima.

Ritorno per un attimo a letto,

A sognare,

Sentire addosso l’abbraccio del mare,

Il suo canto sommesso.

E mentre,

Senza parole

Guardo lontano dove s’incontra col cielo,

Tornano a riva,

I miei pensieri del presente,

Battito dopo battito,

Maree dopo maree,

Resti di conchiglie,

Respiri dell’estate che sarà

Pezzi di Cuore,

La speranza,

Di trovare una bottiglia con un messaggio,

Parole che mi parlino ancora d’Amore.

Giuseppe La Mura nov 2022
testo: copyright legge 22 Aprile 1941 n°633
photo: Giuseppe La Mura