Mi ricordo dei primi giorni all’asilo perchè giocando ad una giostrina caddi e nel rialzarmi urtai con la testa. Mi misero diversi punti.

Mi ricordo dei grembiuli delle scuole elementari. Noi maschi indossavamo il grembiule blu e fiocco rosso, mentre le femmine avevano il grembiule bianco e fiocco rosso. I fiocchi erano enormi.

Mi ricordo da bambino quanto fossi goloso dei cioccolatini alla menta. Erano di forma quadrata e schiacciata, sigillati singolarmente in una confezione marrone scuro. Erano gli After Eight.

Mi ricordo di quando ho iniziato ad andare a lezioni di pianoforte. Avevo 7 anni e le mie mani a malapena riempivano quei tasti bianchi. Il suono del pianoforte l’ho amato da subito.

Mi ricordo la mia prima vacanza al mare. Avevo 7 anni L’odore salmastro dell’aria, la frescura dei pini marittimi, le prime fotografie sfocate fatte con la Kodak Instamatic 104 nell’ora del tramonto.

Mi ricordo le sensazioni che provai nell’estate del 1976 trascorse al campeggio coi miei genitori. Le giornate passavano al mare, dove mi accorsi dell’esistenza del sesso guardando le ragazze in bikini, e al bar dove c’era un juke box che suonava. Bastavano 100 lire per ascoltare le mie preferite: “Non si può morire dentro” e “Margherita”.

Mi ricordo che quella stessa estate m’innamorai d’una ragazza ma non sapevo come dirle ciò che provavo. Per lo sconforto lo sussurrai alla luna piena mentre percorrevo di notte la strada per far ritorno a casa.

Mi ricordo dei miei primi diari scritti alle medie. La professoressa d’Italiano ogni lunedì mattina ascoltava quelli di tutta la classe. Mi piacevano quelli di Antonella e Valentina. Erano poesia.

Mi ricordo che m’innamorai di Antonella. Quando capitavano le feste di compleanno, non mancava mai che la invitassi a ballare un lento. Era meraviglioso tenerla per i fianchi guardandoci al buio restando in silenzio.

Mi ricordo del Tempo delle Mele.

Mi ricordo di quanto desiderassi un impianto stereo per ascoltare la musica. A 12 anni superai l’esame di terza media e l’esame di solfeggio al conservatorio e lo ebbi in regalo, dopo 3 anni di attese.

Mi ricordo degli anni del Liceo Scientifico. Adesso ci rido su ma quando mi diplomai avrei voluto dimenticarli.

Mi ricordo la vacanza dopo la maturità. Eravamo in nove in un’unica stanza, un negozio adibito a casa. Eravamo spensierati e leggeri, che il tempo sembrava correre lento. Il profumo del mare, il sole sulla pelle, il cielo notturno pieno di stelle, le ragazze, il sale e il sorriso, sempre sulle labbra.

Mi ricordo la prima auto che ho guidato. Una Fiat 500 abbastanza malandata che però mi portava in giro nei miei giorni da diciottenne.

Mi ricordo il primo giorno all’Università di Napoli. Mi ricordo la voglia di cambiamento che mi spingeva prepotentemente a studiare. Al mio primo esame ebbi 30 e lode.

Mi ricordo che il primo concerto a cui ho assistito era del Pat Metheny Group a Napoli. Era un giorno di luglio del 1990, avevo 20 anni e fu una esperienza fantastica.

Mi ricordo la mia prima volta con una donna. Eravamo alla festa dell’unità a Bologna. Era una sera di fine agosto, calda. Bevemmo dell’ottimo San Giovese. Il resto fu un vero disastro. Avevo 26 anni, lei 44.

Mi ricordo delle pazzie fatte per conoscere Daniela, dei viaggi tra Pompei e Taranto che ogni quindici giorni facevo per andar da lei. Poi ci sposammo e lei venne ad abitare qui da me.

Mi ricordo quanta gioia provammo il giorno del nostro matrimonio.

Mi ricordo quando è nata Martina, la primogenita. Avevo 33 anni. A malapena intuivo di come la mia vita stesse cambiando. E solo dopo qualche giorno mi resi conto cosa volesse significare diventare padre.

Mi ricordo la nascita di Francesca. Ero in sala parto e l’ostetrica dopo averla tirata su per i piedi dalla pancia della madre, le tagliò il cordone ombelicale, poi la colpì con uno schiaffo forte, l’avvolse in un telo verde da sala operatoria e la posò tra le mie braccia.

Mi ricordo di tutti gli amici, gli amori, che ho perso negli anni. Mi ricordo l’affetto e ho dimenticato i litigi.

Mi ricordo che persi la testa per una donna. Da quel giorno inizia a perdere tutto, la famiglia e soprattutto me stesso. Iniziai a scrivere, a trovare le parole per cercarmi. Volevo guarire e curarmi le ferite.

Mi ricordo il dolore forte che ho dato ai miei quando dissi che stavo per separarmi. Mio padre non mi parlò per diversi mesi.

Mi ricordo il giorno che la mia ex moglie lasciò casa, il saluto alle mie due bambine Mi sentii come quei papà avanti con gli anni che vedono le proprie figlie oramai grandi, pronte alla vita, mentre lasciano casa.

Mi ricordo del dolore che provo e che ho inferto quando penso ai miei fallimenti familiari.

Mi ricordo, ogni inverno, dell’estate trascorsa al mare, delle giornate trascorse al sole, dei tramonti, delle passeggiate sulla spiaggia, delle ore a chiacchierare con le mie figlie, dei pranzi estivi, delle risate, e dei lunghissimi abbracci tra di noi restando in silenzio quando, a vacanza finita, le riporto a casa loro dalla madre.

Mi ricordo dei tanti gatti che ho avuto quando abitavo coi miei in una casa col giardino. Gli appioppavo i nomi più stravaganti: pulcinella a chiazze nere e bianche, arlecchino pezzato e colorato, calimero tutto nero, microbo perchè piccino, bianchina e poi tigrotto. Adesso faccio il cat sitter al gatto delle mie figlie. E’ un siamese e si chiama Felix ma per come si comporta il nome adatto sarebbe Lucifero.

Mi ricordo ogni giorno all’ora del tramonto di guardare fuori dalla finestra i colori che accendono il cielo. Sto lì a fissarli e imprimerli negli occhi, come indelebili fotografie che durano soltanto qualche attimo.

Mi ricordo che il 31 dicembre di ogni anno sembra il giorno più lungo dell’anno. Il tempo rallenta, si dilatano le ore, e a volte quando riesco ad andare al mare, anche il susseguirsi delle maree sembrano rallentare. E la sensazione che provo è che qualcosa di straordinario stia di lì a poco per avvenire.

Mi ricordo di un periodo lungo, interminabile. Era tra settembre 2020 e marzo 2021 quando lavoravo dalle 8 del mattino fino alle 23 circa 900 tamponi molecolari per la ricerca del covid-19. Vivevo soltanto per lavorare ma non me ne rendevo conto.

Giuseppe La Mura nov 2022
testo: copyright legge 22 Aprile 1941 n°633
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