私を誘う人は皮肉なものね いつも彼に似てるわ なぜか思い出と重なり合う グラスを落として急に涙ぐんでも わけは尋ねないでね 夜更けの高速で眠りにつくころ ハロゲンライトだけ妖しく輝く 氷のように冷たい女だと ささやく声がしても Don’t worry! I’m just playing games I know that’s plastic love Dance to the plastic beat Another morning comes I’m just playing games I know that’s plastic love Dance to the plastic beat Another morning comes I’m just playing games I know that’s plastic love Dance to the plastic beat Another morning comes I’m just playing games I know that’s plastic love Dance to the plastic beat Another morning comes I’m just playing games I know that’s plastic love Dance to the plastic beat Another morning comes
Appunti di viaggio, scritti disordinatamente perchè la vita arriva puntualmente in maniera caotica, giorno dopo giorno. E ci si sente sempre un pò spaesati, mai al posto giusto, come se ci fosse una mano invisibile a spostarti dalla posizione nella quale avevi pensato di posizionarti. La vita, il destino, il fato, ogni giorno ci mette il suo a scombussolarci i piani. Mi alzo come tutti i giorni poco dopo l’alba e resto a letto a pensare, nel torpore dei pensieri e nel calore del letto, a ciò che ho fatto ieri, sia quello fatto bene che quello riuscito male. Penso al lavoro, alle mie figlie, penso alle cose da fare e fatte, alle sensazioni ed emozioni belle che mi son capitate e a ciò che ho fatto di mio affinché esse accadano. Domenica mattina, sono ritornato al mare, c’era molto vento, freddissimo ma lo spettacolo davanti ai miei occhi era di una bellezza disarmante. Il mare sembrava dipinto su tela di un color blu profondo, con le onde che disegnavano trame chiaroscure come quelle visibili su un drappo di velluto blu. Il Vesuvio in lontananza, spiccava su nel cielo limpido e azzurro. Eppure, poche ore prima, era tutto l’opposto. Ventiquattro ore ininterrotte di pioggia fittissima, strade allagate, fiumi straripanti e poi il disastro annunciato di Ischia. E allora penso, rimugino, elaboro. Nella vita ognuno di noi sceglie un viaggio, un percorso, a volte perchè costretti, altre per scelta indipendente, altre per fuggire o sfuggire. Ognuno ha un suo destino, che però può provare a cambiare a patto che ognuno si faccia quotidianamente un esame di coscienza. Ciò che negli ultimi anni ho imparato è sicuramente che ognuno, a prescindere dal proprio viaggio, ha una coscienza ed è a quella a cui dare conto. La coscienza di un medico, di un ingegnere, di un operaio, di un insegnante, di un avvocato, in un genitore, di un figlio, di un marito, di una moglie, dei fratelli, di noi uomini, tutti. La coscienza che ci parla ogni istante della nostra vita ad ognuno di noi e ci lascia intravedere le diverse strade che possiamo percorrere, sia con noi stessi che nelle relazioni con gli altri. La scelta di ascoltarla oppure no, sta a noi. A volte preferisco non parlare, stare in silenzio piuttosto che litigare inutilmente, piuttosto che fare polemiche sterili e pesanti, preferisco leggere un libro, ascoltare musica, perdermi l’anima per ritrovarla a contemplare i colori profondi e intensi d’un tramonto. Spesso scrivo, per ricordarmi della vita che sento dentro, per dedicarmi alla cura dell’Anima, per la solitudine e malinconia che spesso provo, per sentire ancora cos’è l’Amore, scrivo per cercare parti di me che ancora non conosco e per affidare al tempo i miei pensieri a volte così disordinati da non sapere neppure in quale cassetto del cuore li ho riposti. Scrivo per conoscere cosa ha da dirmi ogni giorno la mia coscienza.
Giuseppe La Mura nov 2022 testo: copyright legge 22 Aprile 1941 n°633 photo: Web
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