
Fuori pioveva,
Le tende appena socchiuse,
La stanza poco illuminata
Diventava la nostra casa.
Il mondo lì fuori
Era come avvolto nell’ovatta,
Custodito nel silenzio della nebbia.
Si sentivano vociare i passanti,
Camminavano frettolosi,
Alcuni erano inghiottiti dal freddo umido.
C’erano ragazzi che prendevano un autobus,
Allegri col cuore in mano.
Chi invece,
S’azzardava a rincasar prima del buio in bicicletta.
Era un gran vociare silenzioso,
Di auto, viaggiatori e passanti.
Avevano tutti una gran voglia di rincasare in casa,
Oppure di star con gli amici tutta la sera.
Ma Noi,
Eravamo già nella nostra piccola casa,
Tu e io,
Il caffè, il vino, le tue sigarette.
Amavo come le aspiravi.
Restavo in silenzio a sentirti tirare,
Avevi le tue labbra socchiuse,
Il tuo sguardo penetrante,
Gli occhi che ti brillavano mentre mi avvicinavo
Per baciarti e assaporare il fumo
Ancor stretto tra le labbra e al caldo della tua bocca.
Abbracciati e vicini,
I nostri sguardi si perdevano oltre i nostri confini,
Eravamo infiniti,
Eravamo l’esempio del “per sempre”, insieme.
Tu vedevi in me l’amore
E io vedevo in Te il mio unico mare d’amare.
Che belli i nostri pomeriggi trascorsi nel letto a far l’amore,
Fatto da discorsi, risate, abbracci, baci, silenzi da condividere.
Da abbracciati a mar in tempesta era un attimo.
Un tuo sorriso, un tuo cenno, la tua mano che prendeva la mia
E la posava sui tuoi turgidi seni.
E poi le labbra s’incamminavano sul tuo corpo caldo,
Ed era il mio viaggio più bello,
Scoprirti, assaporarti, annusarti.
Ascoltavo i tuoi battiti del cuore,
Ascoltavo i tuoi respiri e mi perdevo tra le tue braccia strette
E naufragavo sul tuo corpo avvolto dalla spuma bianca.
Quella nostra stanza, la nostra casa,
Un viaggio stupendo era stare nella tua bellissima Anima .
Giuseppe La Mura 4 feb 2019
testo: copyright legge 22 Aprile 1941 n°633
photo: Web
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