
– Capitolo I –
“Percorrerai un lungo viale alberato di pioppi a entrambi i lati. Di questa stagione se soffri di allergia al polline, ti sconsiglio di venire. Cade a fiotti il polline dai pioppi ed è uno spettacolo vedere batuffoli cadere giù leggeri, trasportati dal vento. Sembra una pioggia incessante di finissimo zucchero filante. Con l’auto non puoi raggiungermi, la strada è sterrata, impervia e stretta. Verrai, ma tanto non verrai, a piedi e pertanto porta un foulard da poggiare sui capelli, una giacca leggera di nylon su cui possa scivolare il polline altrimenti arriverai imbiancata davanti al cancello di casa. Ecco, quando sarai giunta alla porta spingi ed entra, la lascio aperta, tanto so già che non verrai. Entra e percorri il corridoio poco illuminato, stai attenta agli scaffali impolverati e ai piccoli tavolini con soli tre piedi, in bilico perchè stracolmi di libri. Mentre cammini fai attenzione a non inciampare ai libri lasciati a terra. A volte prendo i caffè sdraiato sul pavimento mentre leggo e capita di dimenticarli proprio lì. Man mano che percorrerai il corridoio vedrai a destra e sinistra piccole stanze, poco illuminate, con le imposte aperte e le tende che svolazzano senza tregua. Ti sembrerà di udire il mare, non ti sbagli. La casa sorge su un promontorio a strapiombo sul mare. In una stanza vedrai il pianoforte al centro, giusto un piccolo raggio di luce sul leggio e nulla più. Man mano che percorrerai il corridoio seguirai le tracce lasciate da pollicino. Piccole cartacce sparse e appallottolate e comincerai a sentire il ticchettio di una tastiera. Ti sembrerà strano, si infatti è metallico. Non uso il pc per scrivere ma una vecchia Olivetti 32 da battaglia. Entra e se ci sarai mi alzerò, e verrò verso di te. Altrimenti, se non sarai lì, continuerò a darti le spalle e noncurante della tua assenza continuerò a scrivere, magari proprio a Te, come in questo momento. Se verrai ti bacerò, ti ruberò i pensieri, gli sguardi, le mani poggeranno sulle tue, sui tuoi fianchi, sul tuo corpo. E se vorrai, e se verrai, faremo l’Amore nel letto della stanza bianca, quella con tutte le poesie scritte sui muri. E, te lo dico già da ora, non saremo soli. Troverai amanti ovunque, tra le lenzuola, nascoste sotto al letto, negli armadi, anche nel comodino. Io non sono mai solo, tutte le notti leggo di poeti e poetesse, annuso gli umori, mi nutro delle loro essenze, ci faccio l’Amore con l’Anima. Se verrai stasera, ad esempio, mi troverai con alcune Donne Sylvia, Irene, Anna, Saffo, Sulpicia. A volte potresti trovare anche Uomini nel letto, Pierpaolo, Giosuè, Pablo, ad esempio. Si, ma tanto tu non verrai, cosa te le racconto a fare le mie malattie? A cosa servirebbe ? Tu giungerai davanti al viale alberato, spulcerai in lontananza qualche piccolo dettaglio e ritornerai sui tuoi passi. Funziona così, anche perchè l’ho appena scritto. Il destino s’è compiuto. Ma ti aspetto, io ti aspetto, verrai ?”
Giuseppe La Mura 18 mag 2016
testo: copyright legge 22 Aprile 1941 n°633
photo: Web
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