E nel mio Deserto

Dissetami con gli Umori Tuoi.

Cadimi dolce rugiada

Scivolami goccia a goccia,

Nelle arsure delle mie Follie.

E Raccoglile poggiandole sulle mie dita.

Dalle tue Labbra rubo un bacio

E rinasco nella tua Assenza.

Giuseppe La Mura lug 2016
testo: copyright legge 22 Aprile 1941 n°633
photo: Web

a volte le parole – 11 feb 2015

Le parole…

ti aiutano se sincere

belle o dure che siano

carezze o schiaffi,

arrivano al cuore…

ci sono altre parole,

ti uccidono a morte,

lame nel cuore se sporche

da invidia, gelosia, cattiveria…

parole come etichette,

parole come soldi da riciclare,

parole estorte,

parole intrise di calunnie,

parole a vanvera,

dette su te per riempire gli spazi vuoti delle loro esistenze,

per indagare le tue reazioni,

come una cavia da laboratorio…

uno sporco gioco di parole…

Giuseppe La Mura feb 2015
testo: copyright legge 22 Aprile 1941 n°633

#piccoleStoriediAmore

Era Amore? Passione ? Era ricerca di se stessi ? Era disperazione ? Ossessione ? Possessione  e Gelosia ? Solitudine ? Ricerca delle Fonti dove sgorga l’Essenza della Vita ? Loro Due erano tutto questo e oltre. Erano la voglia disperata di sentirsi vivi dentro offrendo l’Anima, spogliandola dell’Amor proprio per donarla incondizionatamente all’altra, Anima all’Anima, Carne alla Carne. E i loro corpi erano soltanto messaggeri d’Amore, asservivano soltanto a questo, distillati di piaceri chiusi, dispersi nell’infinito mare dei loro occhi, mentre le loro mani intrecciate erano dolci catene che lasciavano libere le loro instancabili menti capaci di fottersi e muoversi sulle terre umide, intime e feconde degli umori. Lei, dolce solare, farfalla leggera e ribelle, sensuale, tinta dai colori più accesi della passione, trasgressione, Femmina e Donna eterea, determinata a prendersi ciò che voleva dalla Vita, l’Amore di Lui di cui si nutriva avidamente. Lei era in un meraviglioso corpo di Donna avvolto da pudici veli che celavano a malapena le carni languide e lussuriose. Lei negli occhi e nello sguardo aveva scritti tutti i misteri infiniti dell’Amore. Aveva l’Anima sottilmente da Uomo, virile, prepotente, intelligente e penetrava con estrema agilità il cuore, catturando attenzioni e pensieri di coloro ai quali, raramente, concedeva l’amicizia. Lui, alto, sguardo perso nel Vuoto , era invece il classico Uomo sensibile, a volte insicuro, con l’Anima maledetta, bruciata e stracciata da una relazione intensa e burrascosa avuta precedentemente. Era sensibile, dotato di un raffinato sesto senso, di autoironia, con un’Anima simile a quella di Donna. Burrascoso, Amante instancabile, legato alla mente piuttosto che al corpo aveva il senso dell’instabile equilibrio necessario per poter affrontare e sostenere la Mente insaziabile della sua Donna. Insieme erano il Sole e la Luna. Giocavano maledettamente bene il gioco dell’Amore. Lei gli si avvicinava da dietro, gli cingeva i fianchi stringendoli e poggiandoli sul suo ventre, strusciandolo sul sedere di Lui fino a simulare un vero e proprio atto sessuale. Adagiava e lasciava scivolare il seno, i capezzoli turgidi, sulla schiena, baciandogli il collo, mordendogli i lobi teneri, leccando di tanto in tanto le morbide callose orecchie. Lei era il prototipo perfetto di Uomo che ama la sua Donna, proteggendola e penetrandola fino ai confini dell’Essere. Lui era la Donna amante perfetta per Lei, disposta ad accettare, fino a farsi penetrare dentro un’Anima così delicatamente incendiaria, passionale, prepotente. Si scopavano e amavano ininterrottamente le loro Anime, i loro corpi. Lei fiume in piena, Lui terra profonda, scoscesa, a strapiombo, per accogliere Lei così tumultuosa, immensa Dea dell’Amore.

 

Giuseppe La Mura lug 2016
testo: copyright legge 22 Aprile 1941 n°633
photo:
Rosanna Morella